L’Osteria del Tancia

L’edificio dell’osteria del Tancia è oggi fatiscente e mostra ampie tracce dell’usura del tempo e dell’abbandono degli uomini, un testimone ormai muto dell’intenso passato di vita delle strade che si snodavano sui monti Sabini, una volta veicolo importante di collegamento tra Sabina tiberina e conca reatina, percorse da viandanti, da mercanti, da pastori con le loro greggi transumanti.
L’osteria vede la propria storia connessa intimamente a questi ultimi. Oggi l’importanza dell’allevamento transumante di ovini, di caprini, di bovini e di equini è molto ridotta ed ha un ruolo abbastanza marginale nell’economia agricola, ma nel passato questo ruolo è stato ben diverso e ben più importante di quanto attualmente possa esser percepito o ritenuto.
Nel tempo, ovviamente, al mutare delle diverse situazioni politiche ed economiche, il peso dell’allevamento transumante è oscillato con maggior o minor frequenza e pertanto non è sempre facile cogliere con precisione e puntualità tutti i dettagli e tutte le modificazioni quantitative e qualitative del fenomeno.
In Sabina dal primo millennio a.C. la transumanza fu una pratica che ebbe una grande diffusione. I pascoli di altura dei Monti Sabini, dei Monti Reatini, dei Monti Sibillini, dei Monti della Laga, della Catena del Velino hanno fornito per lungo tempo i pascoli estivi; mentre i pascoli invernali erano costituiti dalla valle del Tevere, dalla Tuscia, dalla Campagna romana e dalla Marittima.

In età romana l’asse principale delle transumanze tese a spostarsi verso il Tavoliere e la testimonianza di Varrone, che era un grande proprietario di ovini, ricorda come alla sua epoca le greggi scendevano fino in Puglia dal Reatino, in considerazione del fatto che la gran parte dei pascoli invernali della valle del Tevere, della Tuscia e della Campagna romana erano ormai ridotti a coltura e quindi scarsamente utilizzabili per la pratica della transumanza.
Con la profonda crisi del mondo classico anche la transumanza si contrasse profondamente, non ultima causa la profonda insicurezza generalizzata che impediva un uso tranquillo dei tratturi. Una crisi che venne superata con lentezza nel medioevo e soltanto a partire dall’anno Mille tanto signori laici quanto signori religiosi diedero nuovo impulso all’allevamento transumante.
In Sabina la potente abbazia benedettina di Farfa giocò molte delle sue fortune su questa forma di allevamento specializzato, anche se la conquista normanna di buona parte dell’Appennino centro?m meridionale ne frustrò l’iniziativa sottraendo gran parte dei pascoli montani al controllo dell’abbazia di Farfa.
Soltanto dal Duecento questa forma remunerativa di allevamento destò l’interesse della potente famiglia baronale romana degli Orsini che venne in possesso di molte delle aree in quota dei Monti Sabini ed assunse il controllo della via del Tancia, il tramite più importante tra i pascoli dei Monti Reatini e della Laga con i pascoli invernali delle pianure, con il Tevere che veniva attraversato nei pressi dell’abbazia di S. Andrea in Flumine presso Ponzano.

Abbandonati nel tempo gran parte dei castelli che avevano punteggiato a partire dal X secolo i Monti Sabini e che fornivano le infrastrutture sociali ed istituzionali e garantivano il controllo del fitto reticolo delle vie della montagna che assicuravano i collegamenti tra le varie aree della Sabina tiberina e del Reatino, furono fondate lungo la via del Tancia e sulle sue diramazioni alcune osterie.
La più importante di esse è sempre stata l’osteria del Tancia. La data della sua fondazione non è nota, ma dovrebbe essere avvenuta sullo scorcio del medioevo, al momento delle profonde trasformazioni agrarie che coinvolsero, al momento della piccola glaciazione, le aree in quota dei Monti Sabini quando, come già ricordato, molti degli insediamenti furono abbandonati.
Da allora l’osteria del Tancia, posta all’importante bivio per Salisano, è sempre stata il punto di riferimento per tutti coloro che attraversavano i Monti Sabini ed in particolare per i pastori transumanti. La crisi di questo sistema viario è avvenuta in epoche abbastanza recenti. Gli ultimi transumanti ricordano il loro passaggio lungo la via del Tancia e per l’osteria fino a non molti decenni fa. Un altro fattore non secondario dell’abbandono di questa importante via di comunicazione è stato ovviamente lo sviluppo della motorizzazione che ha privilegiato altre vie di comunicazione in Sabina indubbiamente più agevoli, ma meno cariche di storia.